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22/10/2010 - La Valutazione olistica preliminare del carico biomeccanico: la Checklist di Torino

A. Baracco, M.P. Cavatorta (1), S. Di Cuia, A. Pollone, D. Zito, L. Ghibaudo (1), S. Spada (2), P.M. D’Aprile (3), S. Lamacchia (3), C. Romano Settore di Ergonomia del D.T.O.M.L. dell’Università di Torino
A. Baracco, M.P. Cavatorta (1), S. Di Cuia, A. Pollone, D. Zito, L. Ghibaudo (1), S. Spada (2), P.M. D’Aprile (3), S. Lamacchia (3), C. Romano Settore di Ergonomia del D.T.O.M.L. dell’Università di Torino – A.O. CTO Maria Adelaide di Torino (1) Dipartimento di Meccanica, Politecnico di Torino (2) Ergonomia, Fiat Group Automobiles, Torino (3) Process Research / Factory Sustainability / Eco-Factory, Centro Ricerche Fiat, Orbassano (TO) La valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico del sistema muscolo-scheletrico deve partire da una fase di hazard identification necessaria per riconoscere se il carico biomeccanico dell’attività in esame sia di un livello ragionevolmente sicuro oppure tale da richiedere l’esecuzione di una fase di risk assessment, da condurre per la colonna dorso-lombare e gli arti superiori mediante l’applicazione dei metodi standardizzati previsti dalle tre parti della norma ISO 11228. La Checklist di Torino v. 3 (CDT v. 3), ultimo sviluppo di uno strumento di hazard identification già precedentemente proposto, rappresenta uno strumento di analisi adatto a supportare l’analista ed il medico competente in questa importante fase di mappatura. La CDT v. 3 è organizzata in 4 sezioni: Rachide Cervicale (RC), Rachide Dorso-Lombare (RDL), Arti Superiori (AS) e Arti Inferiori (AI) Per ogni segmento il livello di rischio è classificato secondo la classica semeiotica semaforica: postazioni caratterizzate da livelli giallo o rosso debbono essere sottoposte ad una più approfondita valutazione mediante l’applicazione dei metodi standardizzati nelle norme 11228 e ad interventi di correzione e miglioramento. Questo criterio non vale per l’indice di rischio relativo al corpo intero, per il quale i tre livelli di rischio, definiti con gli usuali colori semaforici, costituiscono un giudizio di qualità ergonomica complessiva del compito. La CDT v. 3 è stata validata verificandone la correttezza nei settori produttivi automotive, metalmeccanico, tessile, della gomma, della plastica, elettronico ed elettromeccanico. Nell’attuale versione la CDT ha raggiunto un livello di maturazione del metodo che ne consente l’uso come strumento di valutazione preliminare del rischio in grado di discriminare situazioni non a rischio da altre meritevoli di valutazione mirata con metodi di secondo livello e supportare i valutatori ed i medici competenti nell’analisi dell’impegno biomeccanico di segmenti (come il tratto cervicale e gli arti inferiori) normalmente trascurati.

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