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21/10/2010 - Modello di Intervento per la riduzione del rischio

di sovraccarico biomeccanico degli arti superiori in attività produttive complesse
S. Ardissone, A. Cerutti (1), S. Di Cuia (2), A. Pollone (2), A. Baracco (2), A. Aresca (3) S.O.S. Ergonomia Occupazionale, S.Pre.S.A.L., ASL AT di Asti (1) Medico del lavoro, ergonomo (2) Settore di Ergonomia del D.T.O.M.L. dell’Università di Torino, A.O. CTO Maria Adelaide di Torino (3) Arespanbrocca spa, Mombercelli (AT) ABSTRACT Viene presentata un’esperienza realizzata in una realtà produttiva complessa, nella quale erano stati segnalati alcuni casi di UE-WMSDs e la valutazione del rischio aveva evidenziato l’esistenza di un rischio di sovraccarico biomeccanico degli arti superiori di livello tale da richiedere iniziative di miglioramento. Il percorso intrapreso ha seguito la buona prassi ergonomica suggerita dalla normativa (UNI EN 614 e UNI EN ISO 6385) e ha raggiunto la riorganizzazione del flusso di lavoro e la realizzazione di nuovi strumenti di lavoro. Quest’ultima ha seguito la logica PDCA. La valutazione dell’usabilità è stata preceduta dalla formazione dei tecnici aziendali e di tutti i lavoratori potenziali utilizzatori, a cui sono state fornite le conoscenze di fisiologia ed ergonomia sufficienti a collaborare in modo adeguato allo studio. Accertata la competenza di tutti gli attori, il processo è stato realizzato da un gruppo di lavoro costituito dai tecnici aziendali, dai lavoratori addetti alle attività oggetto di miglioramento, dai loro preposti e da consulenti ergonomi esterni all’azienda in costante dialogo con l’organo di vigilanza. I risultati in termini di carico biomeccanico sono stati misurati mediante metodologia OCRA Index. Non sempre il miglior risultato in termini di usabilità si otteneva con il prototipo che determinava il più basso indice OCRA. Il gruppo di lavoro ha, pertanto, adottato come modello da inserire in produzione il modello che mostrava la miglior combinazione elevata usabilità – basso carico biomeccanico. Benché il processo di miglioramento ergonomico avesse seguito un modello partecipativo, una volta inserito in produzione il nuovo macchinario, molti lavoratori svolgevano il compito mantenendo i vecchi atteggiamenti operativi anche se gli stessi non erano richiesti dalla nuova attrezzatura. Questo dato è stato dimostrato anche attraverso la misura di indici OCRA peggiori di quelli misurati valutando condizioni di corretto utilizzo del prototipo. Si è, pertanto, proceduto a condurre una attività di formazione on the job, rivolta a lavoratori già formati e mirati a migliorare gli aspetti pratici delle conoscenza acquisite e ad addestrare i lavoratori stessi alle nuove modalità operative. Questo intervento ha consentito di raggiungere nella pratica quotidiana i valori di indice OCRA misurati in fase di sperimentazione. In conclusione, gli AA. ritengono che un buon percorso di ergonomizzazione debba prevedere: la azione proattiva dell’organo di vigilanza e la capacità di collaborazione dell’azienda e dei suoi consulenti ergonomi; la partecipazione attiva dei lavoratori; la valutazione dei risultati non solo in termini di carico biomeccanico, ma anche in termini di usabilità; l’utilizzo di tecniche di formazione ed addestramento on the job.
 
TORINO
 
 
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